Avant-Garde
Insieme con Entr’acte (1924) di René Clair e Un Chien andalou (1928) di Luis Buñuel, Ballet mécanique (1924) di Fernad Léger è un interessante esempio francese dell’avanguardia che caratterizzò il cinema europeo negli anni ’20. Si tratta di uno dei primissimi esempi di coraggiose sperimentazioni del nuovo mezzo di rappresentazione, da includere nella categoria del cinema astratto, che annovera anche i nomi dello svedese Viking Eggeling, dei tedeschi Hans Richter e Walter Ruttmann, dei francesi Henri Chomette, Marcel Duchamp, Germaine Dulac e dell’americano Man Ray.
Il dato narrativo è assente o subordinato ai valori visuali e ritmico-musicali: il montaggio vi ha una funzione determinante. Partito dalle sue esperienze di pittura cubista, Fernand Léger cercò di trasferirle nella dinamica cinematografica, filmando ordigni meccanici, frammenti di realtà colti in interni e per le strade, persone umane, architetture. Si tratta di un’esperienza del cinema sperimentale, il cui obiettivo principale, in questo caso, era di ottenere una forma di cinema puro basato sul ritmo delle immagini. Celeberrimi i momenti concentrati sulla composizione delle gambe e sul ballo dell’omino con bastone e bombetta – chiaro omaggio a Chaplin – ancora oggi testimonia la fascinazione dell’epoca per le macchine ed il sistema di produzione in serie sul quale si schiudono gli occhi della protagonista.
Cosciente delle capacità del montaggio il pittore Fernand Léger, seguendo i percorsi del cubismo, mette insieme immagini di movimenti meccanici, sovrimpressioni caleidoscopiche e soggetti animati costruendo una sinfonia di ritmi per l’occhio.
Ballet mécanique (1924) regia Fernand Léger e Dudley Murphy; fot. Dudley Murphy; mont. Fernand Léger e Dudley Murphy; musica George Antheil; interpreti Kiki de Montparnasse, Katherine Murphy, Dudley Murphy. Francia, durata 10’.
Entr’acte (1924) regia René Clair, sogg. E scen. Francis Picabia; adattamento Renè Clair; fot. Jimmy Berliet; musica Eric Satie; interpreti Jean Borlin, Francis Picabia, Man Ray, Marcel Duchamp, Eric Satie, Marcel Achard; prod. Rolf de Maré; Francia, dur. 22′.
Un chien andalou (1928) regia Luis Bunuel; sce. Luis Bunuel e Salvador Dalì; mont. Luis Bunuel; fot. Albert Duverger; musica brani da Tristano e Isotta di R.Wagner, tanghi argentini; scenografia Pierre Schilzneck; interpreti Pierre Batcheff, Simone Mareuil, Jaime de Miravilles, Salvador Dalì, Luis Bunuel. Prod. Luis Bunuel; Francia, durata 24’.
Zerorchestra plays Avant-Garde. Le musiche sono composte da Romano Todesco, Didier Ortolan mentre l’ensemble è composto da: Bruno Cesselli (pianoforte), Gaspare Pasini (sax), Didier Ortolan (clarinetti), Giovanni Sperandio (oboe), Andrea Liani (corno francese), Paolo Dalla Pietà (flauti), Marco Milelli (clarinetti), Maurizio Cepparo (trombone), Sergio Bernetti (trombone), Romano Todesco (contrabbasso), Luca Colussi (batteria) e Luca Grizzo (percussioni).
Anteprima: progetto inedito.