Max Linder

Questo progetto è strettamente legato alla nascita delle Giornate del cinema muto che si svolsero a Pordenone nel settembre del 1982 dedicando una retrospettiva al grande, quanto dimenticato, comico francese Max Linder. Quell’omaggio, intitolato “Max Linder: le roi du rire”, fece conoscere a molti la grandezza di questo attore e regista delle origini capace di realizzare nella sua breve esistenza – morì infatti nel 1925 suicida a soli 42 anni – ben 500 film, la gran parte in Francia della lunghezza di un rullo ed alcuni – forse i più belli – a Hollywood all’inizio degli anni Venti.

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Comico eccellente, del quale lo stesso Charlie Chaplin si dichiarò debitore – “Al solo e unico Max, il professore, da parte del suo discepolo”. Nel 1919, Max, grande star internazionale, ritorna negli Stati Uniti dopo la sfortunata esperienza di due anni prima alla Essanay, con l’obiettivo di conquistare la nuova Mecca del cinema mondiale: Hollywood. Tra il 1921 e il 1922 produrrà, girerà e interpreterà alcuni film che saranno altrettanti successi.  Il primo  Seven Years of Bad Luck (Sette anni di guai), è considerato il suo capolavoro, con la celebre scena dello specchio rotto e il cuoco che assomiglia molto a Max costretto a mettersi dietro la cornice e a fingere di essere l’immagine riflessa di Linder. Subito dopo girò Be My Wife!  (Siate mia moglie) una storia quasi gialla  nella quale deve sostenere un sacco di imprese per la sua fidanzata, che riportò un notevole successo di pubblico ed economico. Nel 1922 gira The Three Must-Get-There una parodia de  I tre Moschettieri di Alexandre Dumas che lo vede abbandonare il suo tradizionale personaggio per vestire i panni di D’Artagnan. Il film era una parodia, quasi scena per scena, de The Three Musketeers di Douglas Fairbanks, che ne fu molto divertito.
Nel 1963 la figlia Maud Linder per onorare la memoria del padre ha realizzato il film En compagnie de Max Linder con il montaggio di scene di questi suoi tre film “americani”.

Seven Years Bad Luck (Sept ans de Malheur, 1921) regia e sceneggiatura Max Linder; fot. Paul Ivano; interpreti Max Linder, Thelma Percy, Aita Allen, Harry Mann, Betty Petersen, Lola Gonzales. Prod. Max Linder Inc., Dist. United Artists.

Be My Wife (Soyez ma femme, 1921) regia e sceneggiatura Max Linder; Fot. Paul Ivano; interpreti Max Linder, Jobyna Raiston, Alta Allen, Philo McCullough. Prod. Max Linder Inc., Dist. United Artist.

The Three Must-Get-There (L’Etroit Mousquetaire, 1922) regia e sceneggiatura Max Linder, fot. Max Dupont; interpreti Max Linder, Clarence Wertz, Charles Mezzetti, Jack Richardson, A.J.Cooke, Harry Mann, Sam de Grasse. Prod. Max Linder Inc., dist. United Artist. Durata 85 min.

Zerorchestra plays Max Linder: Le musiche sono composte da Didier Ortolan, Bruno Cesselli, Romano Todesco, mentre l’ensemble è composto da: Gaspare Pasini (sassofoni), Didier Ortolan (clarinetti e sassofoni), Francesco Bearzatti (sassofoni e clarinetti), Luigi Vitale (vibrafono e marimba), Bruno Cesselli (pianoforte), Romano Todesco (contrabbasso e fisarmonica), Luca Colussi (batteria), Luca Grizzo (percussioni).

Anteprima: la prima esecuzione del progetto dedicato a Max Linder è stato presentato al Teatro Verdi di Pordenone il 23 ottobre 2013 nell’ambito di “Jazz Loft”.